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Piani per la Pace

Il piano in 20 punti proposto da Donald Trump (noto come "Piano di Pace" o "Accordo del Secolo") per la soluzione del conflitto israelo-palestinese ha ricevuto un'accoglienza mista da diversi gruppi palestinesi. Alcune delle principali fazioni palestinesi che non hanno accettato il piano includono:
1. **Hamas**: Questo gruppo di milizia islamica, che detiene il potere a Gaza attraverso il governo del Territorio Palestinese, ha pubblicamente condannato il "Piano di Pace". Hamas sostiene che il piano violi la sovranità palestinese, comprometta i diritti dei rifugiati palestinesi e offra un'irrealistica soluzione a due stati che principalmente beneficia Israel.
2. **Fatah**: Mentre alcuni membri di Fatah, come il presidente Mahmoud Abbas, hanno sostenuto il piano (con una certa cautela), molti membri di Fatah e funzionari del governo del Territorio Palestinese l'hanno critic
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Il piano in 20 punti proposto da Donald Trump (noto come "Piano di Pace" o "Accordo del Secolo") per la soluzione del conflitto israelo-palestinese ha ricevuto un'accoglienza mista da diversi gruppi palestinesi. Alcune delle principali fazioni palestinesi che non hanno accettato il piano includono:
Hamas: Questo gruppo di milizia islamica, che detiene il potere a Gaza attraverso il governo del Territorio Palestinese, ha pubblicamente condannato il "Piano di Pace". Hamas sostiene che il piano violi la sovranità palestinese, comprometta i diritti dei rifugiati palestinesi e offra un'irrealistica soluzione a due stati che principalmente beneficia Israel.
Fatah: Mentre alcuni membri di Fatah, come il presidente Mahmoud Abbas, hanno sostenuto il piano (con una certa cautela), molti membri di Fatah e funzionari del governo del Territorio Palestinese l'hanno criticato.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) è un partito politico palestinese che ha una posizione storicamente marxista. La posizione del FPLP nei confronti del piano di Trump (anche noto come "Piano di Pace") è critica.
In genere, il FPLP rifiuta la visione del piano di Trump, criticando:
La sovranità israeliana su gran parte del West Bank e dell'area di Gerusalemme Est.
La proposta di riconoscimento israeliano come stato ebraico, che il FPLP considera un tentativo di negare i diritti dei palestinesi e dei cristiani all'interno di Israele.
La soluzione "due stati" proposte dal piano, che critica come una normalizzazione di un'apartheid de facto tra israeliani e palestinesi.
L'assenza di misure concrete per affrontare la questione dei rifugiati palestinesi
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Il "Piano per la Pace" dell'amministrazione Trump (formalmente noto come "Vision for Peace, Prosperity, and a Brighter Future"), presentato nel gennaio 2020, è stato infatti rifiutato non solo da Hamas, ma anche dalla stragrande maggioranza delle fazioni e delle istituzioni palestinesi, sia all'interno che all'esterno dei territori occupati. Il Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP), Mahmoud Abbas, e i leader arabi menzionati hanno espresso apertura al dialogo basato sul piano o su iniziative internazionali, ma non un'accettazione in toto del piano di Trump, che è ampiamente visto come fortemente sbilanciato a favore delle posizioni israeliane.

 

Le principali fazioni palestinesi che si sono opposte fermamente al piano includono:

1. Hamas (Movimento di Resistenza Islamica):

  • La fazione che governa la Striscia di Gaza lo ha rigettato completamente, definendolo un complotto per annullare i diritti dei palestinesi e liquidare la loro causa.

2. Fatah (il partito di Mahmoud Abbas all'interno dell'OLP):

  • Posizione ufficiale: Il piano è stato respinto ufficialmente e senza ambiguità dall'ANP e dall'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Abbas ha dichiarato il piano "nato morto" e ha tagliato ogni relazione con le amministrazioni statunitensi e israeliane che lo promuovevano. L'ANP si è opposta a punti chiave come l'annessione israeliana de facto delle colonie in Cisgiordania, il controllo israeliano sulla sicurezza nella futura entità palestinese, e la negazione del diritto al ritorno dei rifugiati.

3. Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP):

  • Fazione marxista-leninista, ha respinto il piano come una "capitolazione" e uno schema per consolidare l'occupazione israeliana.

4. Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina (FDLP):

  • Altra fazione di sinistra, si è opposta al piano considerandolo una violazione del diritto internazionale e dei diritti nazionali palestinesi.

5. Jihad Islamica Palestinese:

  • Fazione islamista radicale con base a Gaza, ha respinto il piano in modo ancora più categorico di Hamas, opponendosi a qualsiasi trattativa.

6. Il Consiglio Nazionale Palestinese e le istituzioni dell'OLP:

  • Tutti gli organi dell'OLP, che è considerata l'unica legittima rappresentante del popolo palestinese a livello internazionale, hanno respinto il piano all'unanimità. Questo include i partiti minori all'interno dell'OLP.

7. La società civile palestinese e l'opinione pubblica:

  • Sondaggi hanno costantemente mostrato un rifiuto schiacciante del piano tra la popolazione palestinese, sia in Cisgiordania che a Gaza, vedendolo come una legittimazione dell'occupazione permanente.

Punti di contestazione principali del piano di Trump:
Il rifiuto si basa su elementi specifici del piano che i palestinesi considerano una negazione dei loro diritti fondamentali:

  • Sovranità limitatissima: Uno stato palestinese discontinuo e senza controllo sulle sue frontiere, spazio aereo e acque territoriali.

  • Anessione israeliana delle colonie: Legalizzazione de facto degli insediamenti israeliani in Cisgiordania, considerati illegali dal diritto internazionale.

  • Gerusalemme: Riconoscimento di Gerusalemme come capitale indivisa di Israele, con solo un sobborgo periferico (Abu Dis) proposto come futura capitale palestinese.

  • Diritto al ritorno dei rifugiati: Negazione del diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi del 1948 e loro ricollocamento in altri paesi.

  • Controllo israeliano della sicurezza: Mantenimento del controllo israeliano sulla Valle del Giordano e su tutta la sicurezza esterna e interna dello stato palestinese.

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