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Come si muove Erdogan in Libia, e la debolezza italiana

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mcc43 @mcc43 · Apr 13, 2021 · edited: Apr 15, 2021

Limes 13.4.2021 

LA LIBIA IN TURCHIA [di Lorenzo Noto]

Il neoprimo ministro libico, Abdelhamid Dbeibeh, è stato accompagnato in visita ad Ankara da una delegazione di 14 ministri del suo governo (tra gli altri Esteri, Economica, Petrolio, Edilizia e Ricostruzione) oltre al capo di Stato maggiore e al presidente della Banca centrale libica. Durante l’incontro sono stati firmati cinque protocolli d’intesa (MoU): cooperazione in materia di migrazione irregolare; aumento dello scambio commerciale fino a 5 miliardi di dollari l’anno; formazione per diplomatici libici; lotta al coronavirus; cooperazione nelle questioni di sicurezza globale, regionale e nazionale.

Perché conta: È l’ennesimo capitolo dello scontro freddo che vede in Libia la Turchia opposta all’Italia. Il quarto negli ultimi dieci giorni, dopo la visita di Draghi in Tripolitania, la sua accusa al presidente turco Erdoğan di essere un dittatore e la contromossa di Ankara di sospendere la commessa di 70 milioni per i dieci elicotteri dell’impresa italiana Leonardo.

Quello di ieri è di netto il colpo più duro inferto a Roma, almeno sul piano della propaganda. La convocazione di Tripoli – di fatto un richiamo all’ordine – al fine di consolidarne la cooperazione infrastrutturale, economica, militare e securitaria vuole essere plastica manifestazione dell’inconsistenza dei tentativi italiani di recuperare l’irrecuperabile. In breve: la Tripolitania è di fatto ormai un vilayet turco, l’elezione del Governo di unità nazionale non ha alterato gli equilibri consolidati che definiscono l’assetto delle Libie spartite fra Turchia e Russia.

Come nello stile del presidente turco, il messaggio è chiaro, assertivo, non lascia scampo a dubbi o incertezza, Ankara si interpone dinnanzi a qualsiasi ingerenza esterna, come leader della ricostruzione.