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con la sconfitta nelle Crociate non solo il papato fu oggetto di critiche, ma, molto peggio, si esaurì quell'entusiasmo verso il potere assoluto di Dio, l'idea di essere invincibili sotto il vessillo di Cristo. Da qui in poi il potere assoluto della Chiesa inizia a vacillare, e anche se ci vorrano secoli e secoli, il sentimento popolare di essere sicuri e protetti sotto il segno della croce verrà perso per sempre. 
 sulla logistica degli eserciti, ci sarebbe da parlarne approfonditamente in una lezione apposta. tra l'esercito romano e quello di Napoleone c'è un'intera storia di profondi cambiamenti organizzativi. sulla logistica delle crociate giocarono un ruolo fondamentale i Templari e Cipro. per decine di anni, i Templari furono la Travel Agency del pellegrino, consentendo il passaggio verso la terra santa in modo abbastanza sicuro
 su come migliaia di persone potessero spostarsi con armi e bagagli attraverso territori sconfinati, non ho un testo di riferimento, ma posso dire alcune cose: intanto i percorsi erano possibili grazie alle vie romane tra oriente e occidente. poi si procedeva con diritto di esigere cibo, acqua, alloggi, lungo tutto il percorso. chi non aveva questo salvacondotto all'esproprio rischiava di morire di fame e di sete. venivano anche coinvolte risorse locali di volta in volta. 
 gli eserciti avevano imparato a spostarsi nel tardo impero romano. sapevano come fare da secoli, e non dobbiamo immaginare una carovana sempre uguale che si porta tutto da casa. era più una cosa in divenire costante. qualcuno disertava, qualcuno si univa, qualcuno moriva, qualcuno veniva arruolato: le armi venivano forgiate e riparate sul posto, le derrate alimentari prese dal territorio. 
 come combattevano? in modo molto confuso, diremmo oggi. la cavalleria era l'80% della forza degli eserciti, il resto era numero e poco più. la cavalleria corazzata aveva il ruolo dei carri armati, quella leggera quello dell'aviazione. ci si spostava e ci si accampava a danno delle popolazioni locali. non c'era l'organizzazione scientifica dei comparti militari (che arriverà dopo il 1500 e si completerà solo nel 1700), in cui le battaglie divennero vere e proprie partite a scacchi. 
 i soldati e i cavalieri erano abbastanza liberi di muoversi come volevano, scegliendo ognuno la propria strada, le manovre militari erano molto semplici. un ruolo determinante era dato dalle città fortificate, che spesso si rivelavano imprendibili anche a eserciti enormi. gli assedi erano lunghissimi a volte e sfiancanti da ambo le parti. 
 fondamentalmente c'erano 3 tipi di forze: i cavalieri, gli arcieri, e i lancieri. poi ovviamente tutta la marmaglia armata alla meno peggio, spesso con strumenti propri. nessuno armava i soldati semplici, dovevano provvedere da soli: ogni uomo soggetto al regno doveva avere un minimo di armamento per andare in guerra se richiesto (uno scudo, un'arma, a volte una lancia). 
 si era scoperto che i cavalli non vanno contro le lance spianate, quindi l'unico modo di proteggere la fanteria era puntare lunghe lance contro i cavalli. a volte le divisioni formavano dei blocchi compatti con le lance spianate e la cavalleria li circondava per ore senza riuscire a stanarli. era una guerra di nervi, al primo cenno di panico, il blocco si disuniva e la cavalleria si gettava nel varco massacrando tutti. 
 i popoli orientali, specie quelli originari della steppa, erano cavalieri fenomenali, velocissimi, instancabili, grandi tiratori con l'arco anche da cavallo. gli europei erano dei grandi fabbri, quindi tendevano a procedere in formazioni corazzate con armamenti pesanti. lenti, ma inesorabili. e avevano elementi di strategia dell'epoca romana ancora ben presenti. inoltre in europa c'erano continue guerre, da sempre, e quindi c'era una precisa esperienza di come farla. 
 una cosa poco nota, forse, è che le guerre si facevano non per prendere dei territori, come facciamo oggi ad esempio, o comunque dal 1700 in poi. ma per prendere delle città. i territori servivano per procurarsi cibo e acqua, ma la conquista permanente avveniva solo espugnando le città. 
 questo, nel tardo medioevo, portò le città a crescere enormemente in importanza: chi poteva, prendeva casa e bottega entro le mura, ponendosi al sicuro dalle continue scorribande. le città si arricchirono, e questo portò all'era dei comuni, alle gilde, a forme più industrializzate e coese di artigianato, che sfociarono poi nella potenza produttiva del rinascimento. 
 non c'erano vere e proprie frontiere: i territori erano vagamente definiti, e fondamentalmente campagne e foreste venivano considerati territori di libero passaggio.