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Antiterrorismo (uscito su Corsera) Questo è un campo di battaglia dove sai che c’è il nemico. Pensi di averlo anche scovato, in realtà ti sfugge tra le dita. E’ un fantasma in carne ed ossa, con la mente lucida oppure storta, ma è lì, dietro l’angolo. E satura le difese di qualsiasi apparato di sicurezza. Per la semplice ragione che ha i numeri dalla sua parte. In Gran Bretagna 3500 sospettati. Quasi dodicimila in Francia. Un migliaio in Germania. Poche centinaia lungo la nostra penisola. Possono essere seguiti tutti i potenziali terroristi? La risposta è no. Se devi controllarne uno in modo accurato servono due turni da 18 agenti l’uno, distribuiti tra auto, scooter e a piedi. Il target può muoversi a bordo di un veicolo, camminare per chilometri, servirsi del metrò. Spesso i target sono abitudinari. Casa, lavoro, casa. O manco quello. Gli stai dietro per un mese e il tizio ripete l’identico tragitto. Poi un giorno scarta, all’improvviso, e ci vogliono ore per ripescarlo. Un altro a Milano se ne stava immobile decideva solo all’ultimo istante quando e se salire. Ancora: un qaedista, convinto di essere pedinato, lasciò la macchina in mezzo alla strada per poi mescolarsi tra la folla. Molto spesso il potenziale assalitore vive e si muove in un ambito ristretto, composto da famiglia e amici. E’ la miglior difesa, raro che uno dei suoi lo tradisca. Infatti, da al Qaeda in poi molte delle cellule sono nate attorno a nuclei familiari. In teoria la sorveglianza potrebbe essere più facile in questo caso, ma alla fine la filiera del clan garantisce complicità. Infatti le autorità ora chiedono la collaborazione di padri e madri. Un gran numero di killer ha dei precedenti, però non per terrorismo. Percorsi di uomini brutali, inclini alla violenza. Ma non ancora a quella «politica», connessa alla Jihad. Caso eclatante quello di Mohamed Boulhel a Nizza. Figura laida, ambigua, con guai mentali. Anche se lo avessero tenuto d’occhio da vicino avrebbero trovato ben poco per collegarlo ad un possibile attacco. E quanti Boulhel sono in giro per l’Europa? Di nuovo un poliziotto può avere l’intuizione, decide di osservarlo e quello per mesi non sbaglia una virgola. Per quanto si può andare avanti? Alcuni degli assassini sono identici, ma non mancano le eccezioni. C’è il finto profugo arrivato dalla Siria e il profugo vero che cambia idea per trasformarsi in un mujahed. Molti i «nati in casa», cittadini europei completi. L’età varia dai 18 – ora anche meno – ai 35 anni, anche se il protagonista dell’episodio londinese superava i 50. Non pochi sono «normali» fino al momento dell’agguato, quindi passano all’azione, dei mutanti. Diversi i nomadi della guerra santa, in grado di spostarsi tra Califfato ed Europa: dovrebbero essere identificabili eppure tanti di loro passano sotto il radar. Come lo superano gli stanziali, mai usciti dal loro quartiere-tana. Certo, all’indomani del massacro spuntano dettagli che fanno dire: ecco, hanno sottovalutato la minaccia. In qualche caso è stato così, però se gli «errori» degli investigatori si ripetono da Molenbeek a Orlando vuol dire che il problema è legato anche ai troppi «volti» del terrore. Procurarsi pistole e mitra magari attraverso i canali della mala può far suonare un campanello d’allarme. Cercare esplosivo ancora di più. Ma se le tue armi non sono tali elimini di molto il rischio di essere individuato. Noleggiare un camion non è un reato. Il grosso coltello lo prendono in casa. Acquisire acetone e altri prodotto legittimi in una ferramenta non significa che li userà per costruire un ordigno nel suo appartamento. Come fece l’italo-libico Mohammed Game, autore dell’esplosione alla caserma Santa Barbara di Milano, nel 2009. Un vero lupo solitario. Guido Olimpio